Limardo: Abbiamo voluto mostrare al mondo l'orgoglio argentino
Hector Alberto Limardo, 54 anni, presidente dal 1994 della Confederacion Argentina de Bochas che ha organizzato il Campionato del mondo a squadre di raffa che si sta giocando a Puerto Iguazu, nella stupenda località del nord est del paese sudamericano riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità per le sue fantastiche cascate, si è avvicinato al mondo delle bocce a 10 anni seguendo il padre che curava un impianto sportivo a San Martin, in provincia di Buenos Aires, dove è nato e cresciuto.
Le prime gare con la maglia del locale Club Chacarita e poi, a diciotto anni, il primo incarico dirigenziale, la presidenza dello stesso club, una investitura che diede inizio ad una carriera sportiva sempre più prestigiosa che lo ha portato fino all’attuale presidenza delle bocce argentine.
Limardo (nella foto) è stato anche a capo per cinque anni della Federazione Bocce di Buenos Aires, ha ricoperto la carica di presidente della Confederazione Bocce Sudamericana ed attualmente ricopre la carica di membro del Consiglio Nazionale Argentino dello Sport, un ente governativo, e di presidente della Confederazione Panamericana Bocce.
Presidente Limardo, 1987 Luna Park di Buenos Aires, 2012 Puerto Iguazu. Due mondiali a distanza di 25 anni. Perché questo revival sportivo argentino?
“Per dimostrare che le bocce argentine sono riconoscenti e si sentono molto vicine alla CBI, la Confederazione Bocce Internazionale guidata dal nostro caro amico presidente Romolo Rizzoli. Ed anche perché siamo orgogliosi di far vedere all’intero mondo delle bocce le capacità organizzative di casa nostra e il grande sviluppo e l’alta qualità raggiunti da questa disciplina in Argentina”.
Otto soli mesi per allestire la macchina del mondiale. Con un risultato eccellente apprezzato dalla CBI e da tutte le 22 nazioni presenti a Iguazu. Grande managerialità o tanta fortuna?
“Non lo nascondo, siamo orgogliosi e testardi. Quando ci mettiamo in testa una cosa la portiamo sicuramente a termine. Quando diamo la nostra parola la vogliamo mantenere fino in fondo. Abbiamo lavorato sodo seguendo alla lettera i consigli della dirigenza della CBI e avvalendoci della nostra esperienza in campo boccistico. Fortuna? Sì, ogni tanto ci vuole anche quella”.
Le maggiori difficoltà incontrate per realizzare questo avvenimento mondiale?
“Avere l’appoggio di sponsor privati perché i loro interventi sono indirizzati prevalentemente a pochi e grandi sport di facciata, non a quelli dilettantistici come le bocce. Ma non ci siamo spaventati. Abbiamo bussato a tante altre porte ed abbiamo trovato un’ottima accoglienza”.
E’ intervenuto il settore pubblico?
“Sì, e ha dimostrato molto entusiasmo. I più sensibili sono stati la Provincia di Misiones, l’ENARD, l’Ente Nazionale di Alto Rendimento Sportivo cui partecipano il Comitato Olimpico Argentino ed il Governo, ed anche la Segreteria dello Sport della Nazione. Abbiamo avuto molta considerazione poiché lo sport delle bocce in Argentina è, su 52 discipline riconosciute, al quinto posto sia per l’alta qualità del gioco che per il numero di tesserati e praticanti”.
Perché è stato scelto Puerto Iguazu?
“Perché è un gioiello della natura che abbiamo voluto far conoscere ancora di più al mondo. E’la settima meraviglia.I delegati, tecnici e giocatori di tutte le nazioni hanno avuto la possibilità di godere di uno spettacolo indimenticabile, le famose e straordinarie cascate in un ambiente naturale da favola, e di farsi così portavoce di questa bellezza in tutti i continenti”.
A Iguazu però non c’era un palazzetto delle bocce. Come si è risolto il problema?
“E’ intervenuta la CBI che, con grande sensibilità, ci ha inviato dall’ Italia la struttura completa per allestire quattro corsie sintetiche di gioco. Questi campi saranno poi utilizzati nel nuovo bocciodromo federale che si sta realizzando a Cordoba”.
Lei ha avuto un incontro con il presidente della CBI, Romolo Rizzoli, che è anche presidente della Confederazione Mondiale Sport Bocce. Cosa vi siete detti?
“Sì, mi sono incontrato con il mio amico Rizzoli ed era presente anche Mario Nervi Albano, presidente della Confederazione Bocce Sudamericana. Abbiamo fatto una carrellata sui principali problemi e le aspettative di sviluppo e di ancora maggior qualificazione del nostro sport nelle Americhe e in tutti i continenti. Rizzoli ci ha illustrato la sua linea politica che è quella di diffondere tutte le nostre specialità di gioco in ogni Paese sotto l’egida di un’unica federazione riconosciuta dal locale Comitato Olimpico. Abbiamo condiviso questa politica e ci siamo impegnati a darne attuazione”.
Presidente, concludiamo con un ringraziamento ed un saluto.
“Devo ringraziare prima di tutto la CBI per la fiducia che ha riposto nella mia Federazione, poi tutti gli enti che hanno sostenuto finanziariamente questo mondiale ed infine tutti i miei collaboratori che si sono sobbarcati grandi sacrifici per far fare alle bocce argentine una bella figura e rendere molto ospitale il soggiorno delle delegazioni. A tutti i partecipanti a questa grande festa dello sport delle bocce di Puerto Iguazu giunga il mio caloroso saluto ed un abbraccio. Sono sicuro che ritorneranno alle loro case portandosi nel cuore un ricordo bellissimo ed incancellabile di queste straordinarie giornate di sport”. (DDC)